lunedì 8 luglio 2013

Medioevo quando fa comodo: San Firmino e la tortura dell'inquisizione







Ticinonews, 8 luglio 2013, ore 11.49

La festa di San Firmino, a Pamplona, ha già registrato 47 feriti nella caratteristica corsa di migliaia di persone davanti ai tori. Non tutti, però, sono stati vittime dei tori: una ventina sono dovuti a contusioni riportate nelle cadute a causa della grande calca. Le celebrazioni in onore del protettore di Pamplona - capitale della Navarra - hanno origine medioevale e sono caratterizzate dall'"encierro", una corsa di 825 metri per le viuzze in pietra del centro storico nella quale migliaia di persone tentano di correre davanti a una sestina di tori. Ogni mattina, dal 7 al 14 luglio, alle 8 si svolge un encierro, quello di oggi è stato il più veloce, con 2 minuti e 27 secondi. Le feste di San Firmino sono considerate tra le più famose al mondo dopo il carnevale di Rio e l'Oktoberfest di Monaco e ogni anno radunano decine di migliaia di turisti, tanto che la popolazione di Pamplona, circa 200 mila abitanti, si raddoppia.

Pochi. Sono pochi 47 feriti. E il toro? I tori come stanno? Cosa ne è stato di loro o cosa ne sarà? Chi li ha guardati negli occhi vedendo esseri spaventati, istigati e torturati dai presenti? Sono 47 feriti per scelta. Loro sono andati lì, loro si sono fatti rincorrere, loro si sono accalcati nella folla impazzita, loro chiamano questa “festa” un “divertimento”. E c’è ancora qualcuno di noi che si preoccupa della loro salute? Siamo di fronte a una violazione dei diritti animali (una delle tante, purtroppo) e i giornalisti (in generale) scrivono di uomini feriti. Vorrei che qualcuno potesse redigere un articolo constatando i danni fisici e psichici degli animali coinvolti, costretti in una stupida corsa che si continua a vantare come “tradizione medievale”.
 Nel Medioevo si torturavano donne accusate di stregoneria, di impalavano i prigionieri, si infliggevano pene come il rogo o la pubblica ghigliottina, si sottoponevano gli interrogati a lunghi periodi di assenza di cibo; inoltre esisteva il Tribunale dell’inquisizione dove, ad esempio, venivano utilizzati metodi di punizioni come i tratti di corda (ovvero sollevare con carrucole l’imputato con le mani legate dietro la schiena e poi farlo cadere), la culla di Giuda (posizionare gli orifizi dell’imputato sulla punta piramidale dell’oggetto e lasciarlo per lungo tempo), la gabbia (le persone venivano messe all’interno di una gabbia a forma di corpo, esposti al sole o a pubblico appannaggio), lo straziatoio del seno, la cremagliera (telaio di legno con due tiranti fissati al fondo e altri in alto, quando il torturatore girava la maniglia le corde tiravano le braccia della vittima), la ruota (gli arti dell’imputato erano legati ai raggi di una grande ruota, questa veniva fatta girare e si rompevano le ossa del malcapitato con un martello di ferro), lo spaccatesta (per comprimere lentamente la testa e quindi spaccarla), la sega (con la vittima legata a testa in giù in modo che fosse cosciente il più a lungo possibile), lo spaccaginocchio (punte affilate sui lati che si comprimevano sull’arto girando una maniglia, penetrando così nella carne), … E potrei andare avanti ancora. Gli ultimi due strumenti, guarda caso, erano utilizzati maggiormente dall’inquisizione spagnola.
Vi chiederete: questo cosa c’entra? Beh, alcune “tradizioni” Medievali perdurano nonostante la loro raccapricciante crudeltà: come mai non sono state eliminate come le torture sopra descritte? “Solamente” perché “i tori sono solo degli animali”? Abbiate coerenza: smettete queste corse di morte oppure abbiate il coraggio di reintrodurre i metodi punitivi di un tempo.
Un giorno scoprirete di aver massacrato i vostri fratelli. E sarà troppo tardi.
Noi agiamo ORA.