In questi giorni la notizia dell’uccisione -tramite colpo di pistola
alla testa- della giraffa Marius allo zoo di Copenaghen ha fatto il giro del
mondo; non solo: anche le fotografie degli ultimi istanti di vita e quelle che
la vedono smembrata e data in pasto ai leoni. Uno “spettacolo” terrificante,
che di “giusto” ed “etico” ha davvero nulla.
Ho letto le esternazioni del Direttore scientifico Bengst Holst, che
ha affermato di aver abbattuto (leggasi assassinato) Marius "perché era di
troppo. Quella giraffa, in base alle analisi genetiche della popolazione di
appartenenza, era in eccesso. Lo zoo di Copenaghen fa parte di un'associazione
di decine di zoo in Europa che incrocia i dati e valuta il patrimonio genetico
da preservare". Lo sparo è stato attuato nonostante le proteste della
gente e sebbene uno zoo svedese si sia offerto di prendersi cura di Marius nel
loro Parco. A detta di Holst "non ci si poteva fidare, perché lo zoo svedese non
fa parte dell'associazione e non ha lo stesso codice".
L’orrore (uccisione e sezionamento della giraffa) è avvenuto davanti
ad una folla di persone e ad un elevato numero di bambini. Le spiegazioni del
Direttore sono semplici nella loro fredda follia (passatemi il termine): "il cuore di una giraffa
è interessantissimo, è enorme. È istruttivo per un bambino vedere com'è fatto
un animale da dentro”. Per quanto riguarda lo smembramento, invece, è tutto
normale: "è quello che succede tutti i giorni nella natura. I più forti
mangiano i più deboli. Mi sorprendo che ci si scandalizzi per queste cose. Mi
sorprendo che stia accadendo tutto questo per quella giraffa".
Stando a queste convinzioni, qualsiasi specie o etnia che si ritenga
in sovraccarico sarebbe da eliminare. E per non sprecare nulla, si potrebbero
dare i corpi in pasto agli animali carnivori. È vero che accade in natura, ma non certo con queste modalità.
Il confronto con altre specie e soprattutto con l’essere umano è d’obbligo,
poiché è l’unico modo per trasmettere a tutti la giusta pesantezza morale e
sociale dell’atto perpetrato dallo zoo di Copenaghen. Marius è stato condannato
a morte perché un gruppo di altri animali (gli umani) ha deciso candidamente
che era di troppo. Non si sono fermati a riflettere sul valore della vita, sul
desiderio di vivere della giraffa, sulle implicazioni emotive, sull’ingiustizia
di un atto così barbaro da essere condannato a livello internazionale. Semplicemente
hanno sparato. Marius non sapeva nulla, si è visto avvicinare da un uomo e
magari avrà pensato a buon cibo fresco, a una coccola. E invece gli hanno
sparato. (fermatevi... scusate, ma ho un nodo in gola)
È morto, cadendo dalla sua possente altura, sul cemento artificiale di
una prigione chiamata zoo. È morto mentre tutti scattavano fotografie, mentre i
bambini si stupivano -come gli adulti- di quanto sia facile morire, mentre i
giornalisti cercavano di catturare l’immagine più drammatica e mentre i più
sensibili piangevano un dolore quasi emarginato e incompreso.
"Cos’è una giraffa di fronte a tutto il mondo? Ne abbiamo molte, che
differenza fa? Ci sono altri problemi di cui occuparsi.". L’ho udita. Ho ascoltato questa frase. Tante e tante volte. E ho risposto che il Pianeta
(la fauna) non è composto da UNA massa di animali (umani e non), ma da singoli
individui con un’identità propria. Senza UNO solo di quegli individui la Terra,
seppur in maniera forse apparentemente invisibile, non sarebbe più la stessa.
Perché noi Occidentali salutiamo i nostri cari celebrandoli con un funerale,
se poi pensiamo che la vita di un singolo non fa la differenza? So che
alcuni di voi mi risponderebbero che “l’uomo è una cosa, gli animali un’altra”,
ma -che lo vogliate o meno- sbagliate. Scientificamente siamo parte tutti dello
stesso regno e ogni Essere Vivente ha diritto a libertà e rispetto. Ogni Essere ha una famiglia, una mamma, un papà, un affetto particolare, una
comunità.. quindi ognuno ha importanza come singolo.
È anche curioso notare l’atteggiamento dell’umano di fronte a
situazioni diverse: è capace di rinnegare le sue stesse affermazioni pur di
girare il vento a proprio favore. Nel caso di Marius "è solo una giraffa, non è
simile a noi", però quando si parla di vivisezione "si deve poter continuare,
perché sono simili a noi". Insomma, affermazioni discordanti che sono
unicamente la rappresentazione dell’antropocentrismo che ci affligge. Esso
deteriora noi stessi e tutti gli Esseri Viventi che condividono il Pianeta.
Dobbiamo genuinamente ammetterlo, capacitarcene e capire che l’amore tanto
cercato potremmo donarlo e riceverlo partendo proprio dai principi fondamentali
della vita. Pensate che mondo meraviglioso sarebbe se fossimo capaci di
chiudere gli occhi e capire di aver improntato in modo sbagliato e malsano il
nostro rapporto con la natura. Un tempo, ai primordi della vita umana, la fauna e la flora erano
fonte di mistica devozione e si credeva (come io e altri crediamo ancora) che
gli animali avessero conoscenze a noi inarrivabili. Ora, invece, pretendiamo
di essere superiori ad ogni cosa con la sfrontatezza di autoeletti monarchi.
Non voglio sembrare arrogante, né tantomeno desidero trasmettere un
messaggio negativo. Vorrei che tutti voi poteste sentire il tono della mia voce
per capire quanta speranza e quanto amore vi siano nel mio discorso. Vorrei un
mondo migliore e so che insieme possiamo riuscire a cambiare qualcosa. Voglio
un mondo migliore per tutti gli animali (umani e non) e per la natura in toto.
L’orrore di Marius mi ha debilitata e sconvolta. Per un attimo ho
pensato che la nostra "lotta" quotidiana non riesce a fare breccia, che il
mondo sia ormai ridotto alla legge del più forte (o colui che si crede tale).
Non è così, non deve essere così. Perché non abbiamo più rispetto né
compassione verso i più deboli o coloro che crediamo/rendiamo tali? Davvero non
c’è nessuno fra voi che la sera si guarda allo specchio e si chiede dove stiamo
finendo? La guerra fra i popoli, lo sterminio animale, l’indifferenza: sono
veramente le bandiere del nuovo mondo che vogliamo accettare in silenzio? Le
rivoluzioni non sono "soltanto" il risveglio di un popolo, ma possono essere attuate
quotidianamente. Fatelo, per favore. Marius non può essere morto invano.
Sara P. - AnimaLife Ticino
Dichiarazioni Holst: fonte HuffingtonPost
Sara P. - AnimaLife Ticino
Dichiarazioni Holst: fonte HuffingtonPost