Ho appena
letto di una cena organizzata da un’Associazione animalista per raccogliere
fondi da destinare agli animali bisognosi. Il titolo dell’evento è correlato da
felici immagini di caprette, asinelli, coniglietti, cani, …
Nel menu
possiamo trovare - fra prodotti con formaggi e uova - salumi
e maiale con pancetta.
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Silenzio in sala, prego.
La pellicola si è interrotta a causa di un
groviglio d’incoerenza. Riprenderemo al più presto.
La sala fumatori è al primo piano.
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E un’orda di
persone si reca al piano 1. Non tanto perché fumatori, no. Quanto per parlare
di questa incresciosa situazione. Tutti si chiedono come sia possibile che un’Associazione
animalista serva un animale (un cadavere) a cena. Appoggi la sua uccisione. Lo
uccida, quindi. Lo sgozzi. Lo stordisca con la corrente elettrica. Lo obblighi
a rimanere per un tempo infinito in uno spazio ristretto, formato di sbarre di
ferro e lacrime. Lo faccia nascere con un destino già scritto.
Tutti hanno
sulla bocca la parola “incoerenza”. Anch’io, in quella folla, la odo e la
penso. Ma sono stretta a me, in un angolo buio, la sigaretta (non testata) fra
le labbra e un dolore al petto. Mi stringo e penso. Penso e mi stringo. Mi
metto nei panni delle volontarie che hanno organizzato il “banchetto”, che
fanno parte di questa piccola Associazione “bisognosa di denaro” per curare
ogni tipo d’animale. Ogni tipo. Ma il maiale? Non fa parte del gruppo? Viene
sacrificato per gli altri compagni o per le altre specie? Perché lui o chiunque
altro? Perché un sacrificio? Sarebbe come indire una cena di raccolta fondi per
le popolazioni estremamente povere dell’Africa e far sedere le persone su
seggiole dorate, mangiando con posate d’oro. Oppure, ancora più simile e forte,
organizzare un pranzo per i bambini denutriti e servire uno di loro per cena.
Oh, sì: so che per alcuni quest’affermazione è scandalosa… Ma è la semplice
verità. Pensateci, per una volta senza giudicare. Riflettete. È la stessa cosa.
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Si avvisano i gentili spettatori che le
proiezioni stanno per ricominciare.
Il film è risultato irreparabile, quindi
abbiamo provveduto a sostituirlo con una nuova pellicola…
SI CHIAMA VITA.
Chi desidera andarsene potrà farsi
rimborsare il biglietto. Prima di uscire abbiamo predisposto un catino ove lavarsi
le mani sporche di sangue, pur sapendo che non riuscirete mai a pulirvi.
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