lunedì 4 novembre 2013

Cena con delitto, parte prima e ultima.




Ho appena letto di una cena organizzata da un’Associazione animalista per raccogliere fondi da destinare agli animali bisognosi. Il titolo dell’evento è correlato da felici immagini di caprette, asinelli, coniglietti, cani, …
Nel menu possiamo trovare - fra prodotti con formaggi e uova -  salumi e maiale con pancetta.  

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Silenzio in sala, prego.
La pellicola si è interrotta a causa di un groviglio d’incoerenza. Riprenderemo al più presto.
La sala fumatori è al primo piano.

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E un’orda di persone si reca al piano 1. Non tanto perché fumatori, no. Quanto per parlare di questa incresciosa situazione. Tutti si chiedono come sia possibile che un’Associazione animalista serva un animale (un cadavere) a cena. Appoggi la sua uccisione. Lo uccida, quindi. Lo sgozzi. Lo stordisca con la corrente elettrica. Lo obblighi a rimanere per un tempo infinito in uno spazio ristretto, formato di sbarre di ferro e lacrime. Lo faccia nascere con un destino già scritto.
Tutti hanno sulla bocca la parola “incoerenza”. Anch’io, in quella folla, la odo e la penso. Ma sono stretta a me, in un angolo buio, la sigaretta (non testata) fra le labbra e un dolore al petto. Mi stringo e penso. Penso e mi stringo. Mi metto nei panni delle volontarie che hanno organizzato il “banchetto”, che fanno parte di questa piccola Associazione “bisognosa di denaro” per curare ogni tipo d’animale. Ogni tipo. Ma il maiale? Non fa parte del gruppo? Viene sacrificato per gli altri compagni o per le altre specie? Perché lui o chiunque altro? Perché un sacrificio? Sarebbe come indire una cena di raccolta fondi per le popolazioni estremamente povere dell’Africa e far sedere le persone su seggiole dorate, mangiando con posate d’oro. Oppure, ancora più simile e forte, organizzare un pranzo per i bambini denutriti e servire uno di loro per cena. Oh, sì: so che per alcuni quest’affermazione è scandalosa… Ma è la semplice verità. Pensateci, per una volta senza giudicare. Riflettete. È la stessa cosa.

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Si avvisano i gentili spettatori che le proiezioni stanno per ricominciare.
Il film è risultato irreparabile, quindi abbiamo provveduto a sostituirlo con una nuova pellicola…
SI CHIAMA VITA.
Chi desidera andarsene potrà farsi rimborsare il biglietto. Prima di uscire abbiamo predisposto un catino ove lavarsi le mani sporche di sangue, pur sapendo che non riuscirete mai a pulirvi.

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