mercoledì 6 novembre 2013

Vita tua. Vitam meam.





 24° RI, Rapporto Italia 2012 (Percorsi di ricerca nella società italiana), Cap. 1 (Vita e morte) 

In questo Rapporto è contenuto un sondaggio nazionale dal quale si possono estrapolare dati molto interessanti sul pensiero del popolo italiano nei confronti dell’ambiente, dell’etica, della medicina, degli animali e dell’alimentazione.
Ho stilato un elenco de dati principali che riguardano questi argomenti.


Alimentazione: il 3% del campione dichiara di essere vegetariano (globalmente 2.3% uomini, 3.98% donne), mentre lo 0.1% vegano (globalmente 0.2 donne, nessun uomo) . Il rimanente si ritiene onnivoro o non ha voluto rispondere.
Motivazioni per vegetarianismo e veganismo: 43.2% attenzione per la salute, 29.5% rispetto per la difesa dei diritti animali e contro lo sfruttamento da parte dell’uomo, 4.5% tutela e rispetto dell’ambiente. Rispetto questo risultato, le donne hanno a cuore maggiormente a cuore gli animali e l’ambiente, mentre l’uomo la propria salute.
Geografia:  i vegetariani sono maggiormente presenti nell’Italia meridionale con l’8%, mentre i vegani  esclusivamente nel Nord Est con lo 0.7%.
Vivisezione: il 12.1% degli intervistati la sostiene, mentre l’86.3% è schierato contro. Gli italiano provano principalmente affetto (51.3%) e rispetto (35.9%) per le creature e il 42% ha in casa uno o più animali.
Caccia: sono il 21.4% le persone favorevoli che si scontrano contro il 76.4% dei contrari alla pratica.

Medicina: sono il 14.5% le persone che preferiscono ricorrere all’ausilio di medicinali non convenzionali, rispetto all’83.5% degli italiani che invece utilizzano la medicina tradizionale.
Rimedi: all’interno della medicina non convenzionale, le preferenze si intravedono nell’omeopatia (70.6%), seguita da fitoterapia (39.2%), osteopatia (21.5%), agopuntura (21&), chiropratica (17.2), medicina ayurvedica (8.9%), omotossicologia (6.4%), medicina antroposofica (5.1%) e medicina tradizionale cinese (3.8%).
Etica: il testamento biologico riscuote un enorme appoggio con i favorevoli al 65.8% contro il 30.9% dei contrari; l’eutanasia è in bilico, con il 50.1% di sì e il 46.6% di no; il 58% degli stessi è favorevole alla pillola abortiva; il suicidio assistito non è ben accolto con il 71.6% di contrari e il 25.3 di favorevoli.
  

Certamente, rispetto agli anni passati, si nota una “maturazione” (seppur minima) del pensiero umano. L’utilizzo di rimedi alternativi in sostituzione alla medicina tradizionale è un buon segno per la salute stessa, ma soprattutto perché per questi metodi solitamente (ma non sempre!) non si ricorre alla vivisezione. Bisogna anche tener conto che quell’83.5% di italiani orientati verso la medicina tradizionale (e quindi chimica) sono plagiati dagli stereotipi, dalle credenze popolari, dai medici stessi, dai media e dalle multinazionali che utilizzano il metodo della diffusione della paura per tenere in scacco la popolazione.

Traspare un costante timore verso la morte indotta, che però è senz’altro diminuito nel corso degli anni. Sembra molto importante la possibilità (e quindi la libertà) di ufficializzare le proprie volontà in casi di patologie gravi, stati vegetativi, accanimento nelle cure: il testamento biologico è una necessità sentita e diffusa.

Per quanto riguarda gli animali, la salute umana sembra passare sempre al primo posto. Infatti, la maggior parte degli uomini che seguono un’alimentazione vegetariana o vegana, lo fa per la propria salute. In secondo luogo arrivano i diritti animali. Cosa che, invece, le donne mettono in vetta.
Assolutamente positivo il bilancio per quanto riguarda la vivisezione e la caccia: due “pratiche” dalle quali la netta maggioranza degli intervistati si distanzia e si ritiene contraria.
Da qui possiamo chiederci come mai queste ricerche non implicano un ragionamento serio da parte dei Governi che, lette le risposte, dovrebbero chinarsi sul problema in maniera responsabile. I cittadini auspicano un cambiamento per quanto riguarda il rispetto della vita animale e qualunque persona coscienziosa assorbirebbe questi studi come uno specchio della società e dei suoi desideri. Purtroppo anche qui entrano in gioco le corporates con le loro strategie della paura, inducendo nell’essere umano l’errata idea che la vivisezione sia necessaria. Un po’ come i cacciatori che si difendono con la classica affermazione scorretta “se non ci fossimo noi non ci sarebbe più un controllo della popolazione animale e saremmo sommersi dalla selvaggina”. Non è forse il timore di essere prevaricati? E questo timore non nasce semplicemente dal punto di vista meramente umano? Perché noi ragioniamo così: se possiamo, prevarichiamo. La differenza è nel fatto che nessun animale pensa una cosa simile. E, attenzione, non perché non sappia pensare, tutt’altro: perché convive pacificamente con le altre creature dal Pianeta.

Ritengo che il 24° Rapporto Italia (2012) sia un altro strumento di riflessione, necessario per capire ciò che in troppi non vogliono vedere: la vita -qualunque e di chiunque- vale più di ogni altra cosa.